martedì 30 aprile 2013

Simpatica apatia

Alle volte ti capita di ricevere un invito per uscire, l'uscita ti è più che gradita e quindi non esiti a dire di si.
Durante tutta la giornata ti fai mille volte la programmazione della serata, alle 15 vado dall'estetista, alle 20 cena, alle 20,30 mi preparo e poi finalmente suoneranno sotto casa e uscirai all'avventura di una nuova nottata di follia.
Passi il pomeriggio a pensare a cosa posso mettere?
E poi come sarà il tempo?
Però all'avvicinarsi della sera c'è un tarlo che si fa sempre più vivo, e così inizi ad immaginare il perchè di quella sensazione negativa sull'uscita imminente e...
Un paio di ore prima della fatidica uscita vieni a conoscenza che è stato tutto posticipato, ma non in un altro giorno, solo che invece di uscire alle 22 si esce alle 00.00, beh bella fregatura!
Però in fondo non ti dispiace tanto, la tua apatia insieme al tuo sesto senso ti aveva fatto passare del tutto la voglia di uscire.
E adesso dalla tua camera senti la voce di tua madre che parla, parla senza fine e vorresti solo prendere un cazzo di telecomando e prendere il tasto MUTE e spegnerla!
Che bisogno di silenzio che ho!

lunedì 29 aprile 2013

Ti sei mai odiato?

Ti sei mai odiato?
Hai mai notato che madre natura si è messa d'impegno per donarti i peggiori difetti possibili?
Hai mai notato che le persone scappano quando ti conoscono fino in fondo?
Hai mai notato che non riesci mai a far durare un qualsiasi rapporto?
Beh, io si.
Sentirsi un problema, essere un problema per gli altri ti lascia una ferita che ti squarcia l'anima, è come il suono prodotto dallo stridere delle unghia sulla lavagna, è un tuono rumoroso che avvisa che sta per arrivare la tempesta...


martedì 23 aprile 2013

Raggio di luna

La sera prima di andare a letto ogni persona fa le solite cose, i soliti piccoli passi prima di ricongiungersi con il suo amato letto e il suo amato cuscino.
Prima di andare a stendere le mie membra nel letto, ieri sera ho fatto ciò che faccio fin da bambina quando mia madre pensava bene di diventare una tortura cinese purchè imparassimo le buone abitudini, vado in bagno a lavarmi i denti, è il momento che preferisco della giornata, mi rilasso, lascio attaccati allo spazzolino tutte le preoccupazioni, tutto lo stress del giorno, poi controllo che sia tutto spento e tutto al suo posto e mi dirigo verso la mia stanza.
E' tutto buio e silenzioso, finalmente le mie orecchie riposano, e anche le pareti sembrano riposare dalla giornata trascorsa, dal chiacchiericcio e dai rumori che sono ormai familiari, tutto tace, apro la porta e la richiudo dietro di me, spengo la luce e dal balcone entra una luce tra l'azzurrino e l'argento, una luce che illumina buona parte della camera, un gentile raggio di luna si affaccia per darmi la buona notte e accompagnarmi per buona parte della notte e ogni tanto illuminarmi il viso mentre il mio respiro si fa lento e tiepido e mentre il mio stato passa da on a off...
Un raggio di luna è l'ultima cosa che vedo prima di addormentarmi, prima di scivolare dolcemente nel mondo dei sogni, prima di alzare il muro immaginario per lasciare fuori ogni preoccupazione.
Quella luce così tenue ma nello stesso tempo così intrigante e sensuale fa compagnia a quelli come me che mentre sognano pensano alla luna e a quando ritornerà a trovarci per illustrarci la ninna nanna più bella che c'è.
http://digilander.libero.it/Lucedoriente23/Luna%20piena%20oreste.jpg

lunedì 22 aprile 2013

L'invasione delle lumache

Dopo un'intera notte in cui la pioggia è scesa imperterrita lavando ogni cosa, ogni traccia di domenica, anche l'ultimo briciolo di fango dal tappeto, sapete la mattina cosa ci si ritrova?
Un meraviglioso arcobaleno che indica che il maltempo è finito, un meraviglioso sole, direte voi.
E invece no.
C'è l'invasione delle lumache!
Esci sul balcone con il bucato da stendere e appena metti il piede fuori senti un leggero "craaack" e pensi avrò schiacciato qualche cosa, e intanto prendi un calzino bagnato e stai per stenderlo quando fai un altro passo e senti di nuovo "craaaack", intanto pensi, vabbè avrò schiacciato di nuovo qualcosa, ma al terzo passo quando senti di nuovo "craaaack" allora guardi per terra e ti accorgi che le lumache hanno formato un esercito sul tuo balcone, ce ne sono dappertutto, in ogni angolo.
E' come camminare sul campo minato, ad ogni passo ne spiaccichi una a terra e tra il senso di colpa per aver ucciso una piccola forma di vita e lo schifo per quella roba appiccicaticcia che hanno lasciato a terra pensi "Oddio devo preparare il funerale".
Dopo aver preparato accuratamente una strategia per stendere il bucato in tutta tranquillità senza provocare altri danni all'esercito delle lumache, fai ciò che devi fare, stendi il bucato guardando il cielo sperando che non piova, ma no dai, c'è il sole, il cielo è di un azzurro forte e deciso e ci sono le nuvole bianche e candide, bene il bucato sta a posto, ma le lumache? Le lascio lì? Lascio che preparino un'altra invasione?
Ma si, lascio che sferrino il loro prossimo attacco, o meglio lascio che i miei piedi distratti sferrino un altro attacco quando raccolgo il bucato, ma spero che per allora l'esercito si sia raduanto ed abbia deciso che per le perdite subite forse è meglio cambiar balcone, qui ci abita "L'assassina delle lumache".
Ora che le lumache sono a posto e non sono più in pericolo di vita passi in cucina a lavare i residui della colazione.
Mentre stai lavando una tazza vedi che l'acqua che scende da una vasca del lavandino va nell'altra e allora dici "Si è otturato".
Dopo qualche minuto dopo aver chiamato tuo padre ed esserti fatta spiegare come si fa per smontare quel dannato sifone ecco che ti chiama tua madre, "oh no", le racconti l'accaduto e urla di non toccare niente e io le dici di stare tranquilla perchè nella tua vita passata eri un idraulico, una sexy idraulica.
Ed ecco l'assassina di lumache trasformarsi in idraulica, smonta il sifone senza far danni e senza provocare perdite, pulisce il tutto e può finalmente tornare a finire di lavare mentre pensi "Che mattinata sfortunata!".

domenica 14 aprile 2013

Domenica

Le domeniche sono i giorni che più amo e più odio, sono la fine dolce e lenta di una settimana, sono i momenti passati davanti a un pranzo con la famiglia, sono lo sgocciolare del tempo che passa sempre più lentamente, sono un viso familiare che rivedi dopo un'intera settimana, sono i minuti che passi a sorridere perchè hai avuto finalmente il tempo per fare ciò che tanto desideravi, sono i secondi che passi a maledire il tempo che vola perchè la domenica per questo fresca, dolce, confortevole sia è il passaggio obbligatorio per il lunedì. Le domeniche di primavera sono ricche di sole, di fiori profumati, di bambini che ridono con un gelato in mano dopo il freddo, di nuvole in un cielo sempre più azzurro, sono le giornate che attendi da sempre. Durante l'intera settimana fai mille programmi per la domani, vorresti andare ovunque e da chiunque, vorresti prendere la macchina avviare il motore e correre lontano per poi fermarsi ed ammirare il mare insieme a un fantastico tramonto rosato che deliziando la vista di un attimo perfetto ti accompagnano come un dolce bacio verso la sera.
La domenica per i più è sinonimo di sport, di compagnia, di famiglia, per me è sinonimo di alcune di queste cose, a volte.
Ma quelle domeniche che passo a contemplare solo il lento scorrere del tempo mi ricordano quanto in realtà siamo tutti soli, e quanto a volte mi senta sola di fronte all'infinità del cielo, ogni cosa o persona ha qualcosa che la completi o la protegga, la rosa he le spine, il corpo ha il cervello e l'orologio ha le lancette, senza di essi nessuna di queste cose avrebbe modo di esistere o di proteggersi e così mi chiedo ma io di fronte a questo continuo lottare per trovare la metà, la parte mancante, ho forse lasciato per la strada qualche indizio o qualche persona?
Ho lasciato per la strada tante cose o persone e fin ora non mi sono mai pentita, ho fatto le mie scelte e ho ritenuto che fossero le scelte giuste, ho pianto, ho sofferto ma ho guardato in faccia la realtà ed ho deciso che era arrivato il momento di prendere ciò che restava di me e di portarlo avanti per costruirci qualcosa di migliore sopra.
Spesso le domeniche mi portano a riflettere tanto, forse troppo.
Beh credo proprio che dovrei smettere di pensare e di scollegare il cervello la domenica!

sabato 13 aprile 2013

La nebbia

Non so perché da un giornata intera o forse due, sto buttata sul divano o sul letto a guardare telefilm, a mangiare biscotti, nutella, dolciumi, non so se sia un altro maledetto sintomo del ciclo, non so se sia perchè torno a quel periodo dove lo stare male era ciò che non mi faceva dormire la notte.
Spero con tutte le mie forze che sia il ciclo a causare questo pessimo umore, lo spero fortemente, perchè mi fa paura pensare che potrei tornare a essere la musona e sempre incazzata di tempo fa e voglio attribuire la colpa al ciclo.
O forse è dovuta alla mia ennesima lite di ieri, un altro strappo che non riuscirò mai a ricucire, un'altra amicizia che sta per finire, un'altra persona che sto per perdere, e seppure anche solo parlare delle banalità è diventato troppo difficile non riesco a rassegnarmi all'idea che ho perso ancora una volta.
Ma nello stesso tempo so che tutto quel continuo discutere e quel continuo sentirmi offesa mi stava logorando, mi stava buttando troppo giù.
Probabilmente ci è riuscito, sono vuota da due giorni, i miei occhi si fissano su qualche cosa, che sia la parete della mia camera, che sia il mio computer o che sia il panorama che c'è fuori.
Mi sento piombata nella nebbia, come quella che adesso ha circondato questo angolo di mondo, se scendi dal paese e vai verso la valle non vedrai altro che una coltre di nebbia, è come vivere momentaneamente in un paese fantasma, è sparito dietro questa umidità che ti si appiccica alla pelle e che ti fa gonfiare i capelli, è statica e silenziosa, proprio come i miei pensieri, è tutto fermo e immobile, tutto sparisce al calar della nebbia.
Ho passato gli ultimi sei mesi veramente di buon umore perchè nonostante gli alti e bassi avevo un motivo per tenere impegnata la mente, avevo un motivo per alzarmi dal letto sorridendo o piagnucolando, ma adesso mi sento piombata nel nulla di nuovo e devo lottare perchè questa non diventi la mia abitudine quando le cose iniziano ad andare male.
Per fortuna scrivere mi tira su, da un po' di tempo è diventato il mio sfogo, la mia passione, il mio rifugio personale quando non c'è nient'altro o meglio nessun altro per ascoltare le mie lagne.
D'altronde le belle cose per me non sono finite e per quanto possa amare le storie tristi io amo i lieto fine e in cuor mio sento che per me da qualche parte c'è il lieto fine che tanto spero.